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FOTOGRAFIA DA LEGGERE…

Secondo appuntamento con “Fotografia da leggere”. Come dicevamo, le immagini vanno viste, ma spesso entrano nelle nostre vite a sorreggere un’idea o anche solo un ricordo, senza che siano oggettivamente davanti ai nostri occhi. Oggi proponiamo un libro originale, anche divertente, comunque sorretto da un rigore scientifico tipico dei grandi volumi storici. Stiamo parlando di: “Interviste impossibili; i maestri della fotografia”, a firma Roberto Mutti (Silvana Editoriale). L’autore incontra fisicamente 21 interpreti della fotografia, facenti parte della storia: da qui l’impossibilità, resa praticabile dalla volontà di Roberto nell’indagare su luoghi, avvenimenti e soprattutto circa le parole pronunciate dai fotografi nel passato.

L’atmosfera che si respira leggendo il volume è la stessa provata guardando “Midnight in Paris”, il film di Woody Allen. Con uno stile narrativo (a tratti sembra di leggere un romanzo), veniamo catapultati in epoche lontane e anche in luoghi distanti, raggiunti con mezzi adeguati.

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HENRIETTE GRINDAT, FOTOGRAFA SURREALISTA

Henriette Grindat, è stata una delle una delle poche fotografe svizzere del suo tempo a sviluppare un approccio artistico alla fotografia, adottando una metodica surrealista, ispirata dalle tendenze letterarie degli anni del dopoguerra. Le sue complesse immagini surrealiste sono state spesso ottenute per mezzo di collage o solarizzazione. Influenzata da Camus, si interessò molto alla fotografia di città e paesaggi vicino al mare, affascinata dagli effetti della luce e dell'acqua.

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LINDSAY LOHAN, TEENAGER DELLO SCHERMO

Lindsay Lohan, nelle fotografie che vediamo, emula Marilyn Monroe, davanti l’obiettivo di Bert Stern. La mente corre a “The Last Setting”, le immagini scattate dal fotografo americano alla bella Marilyn, presso l'Hotel Bel-Air di Los Angeles (1962). Tra l’altro, una foto di quel lavoro è stata indicata dall’editore Taschen come una delle cinquanta più importanti del secolo scorso. C’è un parallelo tra Lindsay e Marilyn? Di certo Bert Stern si è preoccupato maggiormente di rivivere i ricordi di un momento esaltante, ma entrambe le attrici avevano qualcosa da svelare, che andasse oltre il personaggio che si portavano dietro. Forse anche Lindsay ha qualche ombra nella sua vita come la collega, ma non è importante; di certo il suo talento potrebbe emergere in ruoli più profondi di quelli impersonati fino ad oggi. Il fatto che si presenti nuda alla stregua della Pinup del secolo scorso non deve sorprendere, né meravigliare; tantomeno far scaturire le critiche più accese. Le pose che vediamo rappresentano un esercizio di profondità, anche se su un sentiero già tracciato.

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RICORDANDO MARLON BRANDO

Il 1° luglio 2004, muore a Los Angeles Marlon Brando. Dopo aver studiato recitazione all’Actor's studio, debutta al cinema nel 1950, con “Uomini”, iniziando una lunga serie di successi tra cui “Il selvaggio”, “Fronte del porto”, per cui gli venne attribuito l’Oscar, “Bulli e pupe”, “I giovani leoni” e “L’ammutinamento del Bounty”.

Dopo un periodo di declino, Brando torna, negli anni ’70, sul grande schermo con “Ultimo tango a Parigi”, “Il Padrino”, “Apocalypse now”.

Per “Il Padrino”, Brando riceve il suo secondo Oscar. Confermando il suo atteggiamento ribelle e anticonformista, Brando rifiuta di ritirare la statuetta e invia alla cerimonia una giovane indiana a tenere in sua vece un discorso di denuncia e di protesta contro l'ambiente hollywoodiano.

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