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[GIANNI VERSACE, L’ARTE, LA FOTOGRAFIA, LA FAMIGLIA]

Lo stilista Gianni Versace, uomo sensibile, colto, dotato di una grande raffinatezza, ma anche appassionato d’arte, era un avido collezionista di sculture, vasi antichi e opere d’arte di vari artisti (Picasso, Degas, De Chirico o Lichtenstein). Per le sue campagne pubblicitarie, ha sempre fatto uso dei più celebri fotografi (Avedon, Newton, Penn, Weber, Barbieri, Gastel, e altri ancora). La famiglia è sempre stata il suo riferimento principale: la madre, il fratello Santo, la sorella Donatella. L'amico Franco Zeffirelli ha detto di lui: "Con la morte di Versace l'Italia e il mondo perdono lo stilista che ha liberato la moda dal conformismo, regalandole la fantasia e la creatività".

Antonio Guccione, Gianni Versace, 2 dicembre 1946

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[PATELLANI, NARRATORE D’ITALIA]

Abbiamo incontrato spesso Federico Patellani quale autore delle immagini che accompagnavano altre notizie. Ci fa piacere dedicare uno spazio solo a lui, nel giorno della sua nascita. Sensibile e colto narratore, ha accompagnato la storia dell’Italia del dopoguerra: dal referendum monarchia-repubblica alla ripresa economica, portando alla ribalta la vita culturale di un paese in movimento. Si è anche occupato di cronaca e cinema, approdando, a fine carriera, alla fotografia di viaggio. Le sue immagini godono di una bellezza riconoscibile, spontanea; frutto di un’intelligenza acuta e della passione necessaria. Alcune vivono di una complessità visuale facile da cogliere, perché figlia di un formalismo spontaneo, quasi istintivo. Si respirano, le fotografie di Patellani, e meritano uno sguardo attento, fatto anche di tempo. Assaggiare non basterebbe.

Federico Patellani, 1 dicembre 1911

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[GORDON PARKS, UNA VOLTA DI PIÙ]

Lo abbiamo incontrato il 30 novembre 1919: oggi è quella volta in più, e Gordon se la merita tutta. Lui è stato un fotografo, ma anche regista, sceneggiatore e attore; ma poi, compositore, produttore, attivista politico, scrittore e giornalista. Era afro-americano, di colore. Non sappiamo da dove derivasse tutto questo talento, anche perché le sue origini non erano certo agiate. E’ difficile anche trovare un fattore legante, che possa almeno fornirci un’idea, una supposizione. Certo è che la sua vita, longeva peraltro, pare scritta come in un romanzo a lieto fine. E’ bello scorrerla per intero, cercando di cucire le varie fonti; magari ricominciando subito dopo, come in un film indimenticabile. Si dice parlasse sovente allo specchio, ripetendosi spesso: “Un'ultima cosa: finché non sarai sicuro di te stesso, non sarai sicuro di nulla, pensaci su, ci vediamo domani mattina". Una volta di più anche per lui.

30 novembre 1919, Gordon Parks

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