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[BOB KENNEDY. IL SOGNO, POI L’ULTIMO TRENO]

Dopo aver gestito la campagna presidenziale di suo fratello John, Robert Kennedy è stato nominato procuratore generale degli Stati Uniti nel 1960. Come procuratore generale, ha combattuto la criminalità organizzata ed è stato un sostenitore chiave del movimento per i diritti civili. Dopo l'assassinio di JFK, Robert fu eletto al Senato degli Stati Uniti in rappresentanza dello stato di New York. RFK venne assassinato il 5 giugno 1968, durante le primarie presidenziali democratiche della California. È morto il giorno dopo.

Robert Kennedy, 20 novembre 1925, Paul Fusco

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[JODIE FOSTER, TALENTO E CORAGGIO]

E’ bella, Jodie; ma non bellissima (dicono): bassa di statura, pare non invecchiare mai in tutte le apparizioni sui media. Colta, intelligente e talentuosa (oltre che precoce), s’impone per le sue capacità nella recitazione, per la quale non ha mai studiato. I riconoscimenti non sono certo mancati, forse perché è sempre stato il coraggio a guidarla. Lo stesso che l’ha spinta a dichiarare la propria omosessualità ai Golden Globe del 2013. In quell’occasione salutò la madre (molto malata), probabilmente omosessuale anche lei; e giunta alla separazione dal marito quando Jodie era in tenera età. Brava Jodie.

Helmut Newton, Jodie Foster, 19 novembre 1962, Greg Gorman

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[LE MELE DI SOPHIE]

Siamo in ritardo di un giorno, proprio quando avremmo dovuto ricordare Daguerre (lo abbiamo fatto lo scorso anno); ma rimaniamo in Francia, per incontrare un’attrice che ha debuttato giovanissima. Enfant prodige? No, perché ne volevano una così; e poi lei si era buttata da subito nel mondo del lavoro. Le “mele di Sophie”, quindi, non sono quelle della strega cattiva, ma i frutti di una carriera voluta sin da ragazzina. Del resto, è rimasta tale anche in seguito: con un fascino che vinceva per un elisir che l’ha accompagnata a lungo, quello dell’eterna giovinezza.

Jeanloup Sieff, Sophie Marceau, 17 novembre 1966

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[CARLO VERDONE, IL NOSTRO COMPAGNO DI SCUOLA]

Lo riconosciamo, ci riconosciamo: Carlo Verdone ha occupato le nostre vite come un compagno di scuola, mostrandoci gli elementi in comune, facendo gruppo. Sì, perché anche noi siamo vissuti nell’era delle Vespe truccate, con qualche capello in più e il cuore sempre impegnato, come lui racconta. I destini di tutti si sono divisi, ma lo abbiamo incontrato nuovamente in età adulta, quando i suoi personaggi filmici (tanti) avrebbero potuto far mostra di sé nella cameretta dove studiavamo (se ancora esiste), in compagnia di un amico cresciuto, con tante storie da raccontare. Ecco, sì: il merito di Carlo sta nell’aver fatto proprie le simbologie delle persone incontrate, entrando nelle loro vite e portandole alla ribalta. Nei nostri cuori c’era già in angolo per lui, ed è arrivato in tempo. Lo stavamo aspettando. Grazie.

Fulvia Farassino, Carlo Verdone, 17 novembre 1950

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