LA PRIMA DEL DRAKE, DA PILOTA
Il 5 ottobre 1919, un giovane meccanico prese parte alla sua prima gara automobilistica, la Parma-Poggio Berceto. Arrivò soltanto quarto, nella categoria 3 litri. Quel pilota di appena 21 anni si chiamava Enzo Ferrari. Alla guida non un fuoriclasse, tanto che vinse solo 13 delle 47 corse alle quali prese parte: amava troppo i bolidi che guidava, perciò non li spingeva mai al massimo per timore di rovinarli. La passione spinse il “Drake” (Enzo Ferrari) a perseguire il suo sogno. Il 16 Novembre 1929 fonderà la Scuderia Ferrari. Col tempo la sua spinta emotiva iniziò a diventare contagiosa, anche tra la gente comune.
La passione Ferrari oggi non conosce confini, si può esprimere in un lungo suono di campane sul campanile di una chiesa, dopo una vittoria, in esodi per seguire i gran premi in ogni circuito del mondo, nell’oceano rosso che si assiepa sotto il palco di Monza, in particolare quando sul podio c’è anche un pilota del cavallino, nell’afflusso continuo di appassionati a Maranello, per visitare il museo, oltre che per nutrire la speranza d’incrociare qualche famosa celebrità Ferrari. La passione Ferrari è soprattutto energia, sogno, speranza, coinvolgimento, immedesimazione nelle spericolatezze interpretate dai piloti privilegiati che hanno l’onore di guidare una Ferrari in corsa.
Non si può descrivere la passione, ma solo vivere. Sono milioni gli esseri umani sparsi in tutto il mondo che oggi coltivano la passione per la Ferrari, che non è più solo un’auto da corsa, ma un simbolo, un modello da imitare, un’idea, un sogno da poter concretizzare, al di là del possesso che potrebbe anche non verificarsi.