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NASCE LA PENICILLINA

28 settembre 1928. Nel suo laboratorio del Saint Mary's Hospital, Sir Alexander Fleming nota che una cultura batterica è stata attaccata e distrutta da alcune muffe. Fleming intuisce che i funghi del Penicillium notatum contenuti nelle muffe producono un potente antibiotico naturale, la penicillina. Questa scoperta varrà per Fleming il premio Nobel per la medicina.

Alexander Fleming era uno scienziato che dedicò la propria vita alla ricerca e, grazie a una semplice dimenticanza, fece una delle scoperte più importanti della medicina. Verificando lo stato di una coltura di batteri, vi trovò una copertura di muffa. Questo evento non aveva nulla di straordinario, poiché erano normali situazioni del genere; la cosa eccezionale fu invece il fatto che questa muffa aveva annientato tutti i batteri circostanti.

La penicillina, impiegata come farmaco, avrebbe cambiato le sorti dell’umanità e, ancora oggi, i suoi derivati sintetici costituiscono uno degli arsenali più potenti della terapia medica.

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ARTHUR PENN, IL REGISTA MODERNO

Conoscere l’opera di Arthur Penn vuol dire amare il cinema. Lui ha saputo portare sul grande schermo le contraddizioni della società contemporanea, mettendo in luce le ingiustizie del mondo; questo affrontando diversi stili: il noir, il western, il genere gangster. Passione e sentimento si mescolano nel suo cinema, nonostante la continua denuncia rivolta alla società americana.

Arthur Penn ha diretto i mostri sacri del cinema: da Marlon Brando a Robert Redford, da Jane Fonda ad Ann Bancroft, da Warren Beatty a Dustin Hoffman, Paul Newman, Jack Nicholson e Faye Dunaway. E poi, la sua stessa vita sarebbe potuta diventare il soggetto di un film, partendo dall’infanzia difficile. Sono seguiti l’arruolamento nell’esercito a diciannove anni durante la Seconda guerra mondiale, i lunghi soggiorni in Europa e quella la passione per la fotografia ereditata dal fratello Irving. La frequentazione dell’Actors Studio e gli intensi contatti con Truffaut e Godard completano un personaggio diverso, dal portato ideologico imponente e tradotto in pellicola con straordinaria efficacia.

Penn è stato un regista “moderno”, innovativo peraltro. Ha cambiato il cinema di Hollywood, lasciando che altri potessero godere della sua semina.

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LA POLITICA IN TV

Il 26 settembre 1960 andò in onda il primo dibattito televisivo tra i candidati alla presidenza degli Stati Uniti: quello tra Nixon, allora vicepresidente degli Stati Uniti, e il senatore Kennedy. Tra i due sappiamo come andò a finire, ma quella trasmissione permise di far comprendere le novità comunicative connesse allo strumento televisivo.

Partiamo dalla fine: Kennedy aveva un aspetto migliore, si trovava più a suo agio nel parlare davanti alle telecamere, il che oggi impone alcune riflessioni che riguardano appunto la comunicazione politica. Per prima cosa, diventa importante l’immagine di chi va in onda, che appare come una persona comune: come noi, potremmo dire. Si tratta di un cambiamento dirompente, perché è la politica stessa a modificarsi: non più sacra ed eletta, ma alla portata di tutti. Il fenomeno oggi si è anche amplificato con la venuta dei social: lì i politici raccontano se stessi, di continuo; la loro fisicità, sommata alle idee, diventa così “pop”, accessibile, esaltata o frantumabile a seconda dell’apparire.
Con la TV, si potrebbe parlare di comunicazione “diretta”: volti, parole e idee entrano senza bussare nelle case della gente; anche se poi a monte c’è una coreografia ben strutturata, studiata a fondo; e questo riguarda anche gli odierni social network.

Torniamo al dibattito del 26 settembre 1960. La preparazione di Kennedy fu accurata e attenta, sin dal discorso d’apertura. Da solo, modificò quanto gli era stato proposto dal suo staff; e si rivolse direttamente al popolo americano, replicando la modalità anche nella dichiarazione conclusiva. Nixon invece usò i due spazi per mettere in luce i punti di disaccordo nei confronti dell’avversario. Il risultato? Kennedy si mostrò capace di essere un leader deciso a gestire i problemi del Paese, Nixon apparì al contrario solo un politico che cercava di prevalere sul rivale.
Altri aspetti vennero fuori da quel dibattito. Il vestito del vicepresidente (grigio) si confondeva con lo sfondo e il suo volto appariva rigato di sudore. Perse quindi anche l’immagine “estetica”, che alla fine risultava meno rassicurante e poco convincente. JFK, invece, trasmise la propria gioventù: era l’uomo nuovo della politica americana. E vinse.

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SESSO, SPIONAGGIO E GUERRA FREDDA

E’ il 25 settembre 1963. Il Governo del Regno Unito rese pubblico un rapporto ufficiale sul caso Profumo. Un mese dopo, il Primo Ministro Harold Macmillan rassegnò le dimissioni per problemi di salute, forse aggravati dagli accadimenti.

Lo Scandalo Profumo

Lo Scandalo Profumo è stato uno scandalo politico, a sfondo sessuale, avvenuto nel Regno Unito. Deve il nome al protagonista, John Profumo, Segretario di Stato per la Guerra. La sua relazione con la modella Christine Keeler, già amante di una presunta spia sovietica, seguito dalla falsa testimonianza resa alla Camera dei Comuni, lo costrinsero alle dimissioni, danneggiando la reputazione del governo presieduto da Harold Macmillan. Lo stesso Primo Ministro si dimise pochi mesi dopo.
Nel 1961 Profumo incontrò, durante un party, Christine Keeler. Erano presenti anche la moglie e l’osteopata Stephen Ward, vecchia conoscenza della modella.
La relazione tra la Keeler e Profumo durò solo poche settimane, ma le voci si diffusero ugualmente. Si seppe, inoltre, che la Keeler aveva avuto una relazione anche con Evgenij “Eugene” Ivanov, dell’Ambasciata Sovietica a Londra. Vista la posizione politica di Profumo, con la Guerra Fredda al suo apice, si poteva temere circa la sicurezza nazionale. C’era poi di mezzo un adulterio, che contribuì a far scoppiare lo scandalo.

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