Consueto appuntamento del lunedì con “Fotografia da Leggere”, nonostante sia il primo maggio. Oggi si celebra una festività importante, la Festa dei Lavoratori; e ne abbiamo parlato gli anni scorsi. Ricordiamo solo che la ricorrenza nacque il 20 luglio 1889, a Parigi, durante il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese: «Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita ...», si decise durante i lavori e la scelta cadde sui fatti di Chicago. Era il 1886 e nella città statunitense venne indetto uno sciopero generale per rivendicare la giornata lavorativa di otto ore. Fu solo il primo di una serie di giorni di scioperi e presidi, che culmineranno negli scontri del 4 maggio a Haymarket Square, dove 11 persone, tra polizia e manifestanti, avrebbero perso la vita. Ecco le ragioni di quella scelta.
Non vogliamo però dimenticare altri avvenimenti, sempre accaduti il 1° maggio: nel 1931 veniva inaugurato l’Empire State Building, nel 1951 nasceva Sally Mann, nel 1994 ci lasciava Ayrton Senna. Abbiamo già trovato modo di parlarne, e forse lo faremo ancora.
Torniamo alla “Fotografia da Leggere”, che questa volta incontra “Non ci sono più i fotografi di una volta”, dialoghi sulla fotografia e non solo, a firma di Marco Scataglini. Il volume, edito da Penne & Papiri, offre molti spunti di riflessione.
Non dobbiamo farci ingannare dal titolo. Nel libro non si leggerà di ciò che è stato, dei “bei tempi”, dell’era all’argento e nemmeno dei mulini bianchi o delle mezze stagioni (che non esistono più); allo stesso modo, non si lanceranno sentenze, spesso troppo abusate, tipo: “Il digitale ha distrutto la fotografia”.
Il titolo intende affermare che i fotografi di un tempo non esistono più, perché è così e basta. Oggi è cambiato lo scenario, e qui inizia la riflessione. I tanti fotografi di oggi sembrano usciti dal nulla, quasi che per loro sia finito uno stato di “ibernazione”, al di là del tempo e dello spazio. I futuri autori occorre che dedichino uno sguardo a se stessi, alle loro aspirazioni, magari volgendosi anche al passato. Forse, così facendo, potranno diventare come quelli di una volta: consapevoli di sé e dei propri sogni.