BELLA E IMPOSSIBILE
Anni ’80, Milano era da bere. La moda pretendeva bellezze alla Carol Alt: inaccessibili, ma fino a un certo punto; diciamo più visibili. Le “top” erano un po’ questo: abitavano lassù, però risultavano anche molto popolari, diffuse nell’immaginario collettivo. Oltretutto, nutrivano il Gossip alacremente. Carol era un po’ questo: di ghiaccio, ma non del tutto; con quanto serviva per sorridere alla gente, anche se dall’alto.
La moda iniziava a essere un’istallazione individuale, un voler essere e non una forma di comportamento. Bene così, comunque: i tempi cambiano.
Per il resto, c’è poco da dire; quella di Carol è una fiaba a lieto fine, con la predestinata che inciampa in uno scopritore, il quale le spalancherà le porte delle passarelle e del cinema. Beata lei.
Circa le fotografie, e gli autori, abbiamo qualche rimpianto. Dall’altra parte dell’obiettivo non c’era Marilyn Monroe e nemmeno Coco Chanel (loro veramente impossibili), per cui Bert Stern e Horst P. Horst non hanno potuto esprimersi al meglio: manca il personaggio, per il primo; e il lirismo, nel caso del secondo. L’incontro con la modella si è fermato a metà strada, in un’area d’incompiutezza, che peraltro traspare con forza. Forse la vera inaccessibilità abita proprio lì, con due mondi che non si possono mescolare.
I tempi cambiano: bene così.