IL FOTOGRAFO CHE AMAVA L’ITALIA
Leonard Freed, fotografo newyorkese membro della Magnum dal 1972, amava parlare del suo rapporto con l’Italia come di una “storia d’amore”. Un amore che lo portò a visitare il nostro paese più di 45 volte, scattando migliaia d’immagini. Freed amava definirsi un artista, non un fotoreporter. Considerava le sue immagini fotografie “emotive” e non “informative”, infatti, dai suoi scatti non traspare la ricerca della notizia, bensì la volontà di approfondire la dimensione più intima della natura umana.
L’Italia fu una delle sue principali fonti d’ispirazione, una terra che l’affascinò tutta la vita perché qui “il passato è sempre presente non solo nei luoghi ma nella vita quotidiana della gente”. Infatti, più che su paesaggi e architetture, il suo obiettivo si focalizzò proprio sulle persone, immortalandole con empatia e sensibilità nel corso dei decenni: dal desiderio di rinascita del dopoguerra agli albori del nuovo benessere, dai riti collettivi alla eccezionalità di un ritratto fotografico scattato per strada con una tovaglia bianca come sfondo, dalla vita dei pescatori siciliani a quella delle donne di Napoli.
Leonard Freed nei suoi diari appuntava la profonda ricerca che stava svolgendo sull’esistenza e sulle motivazioni del vivere umano. Il suo strumento era la macchina fotografica, il suo talento era la comprensione istintiva delle forme visive, il suo impegno era tutto dedicato alle persone e alle ragioni dell’esistenza.