NASCE LA CATENA DI MONTAGGIO
7 ottobre 1913, Henry Ford introduce la catena di montaggio per la produzione di un nuovo modello di automobile, la Ford Modello T. Questa vettura, prodotta solamente nel colore nero, era robusta e spaziosa. L’industriale aveva l’obiettivo di creare un veicolo accessibile a tutti, anche alle classi meno abbienti della società. Era però necessario diminuire i costi e i tempi di produzione. Per questo decise di introdurre la catena di montaggio nel suo ciclo produttivo, che avrebbe permesso di abbattere i costi di fabbrica. Henry Ford riuscì anche ad aumentare lo stipendio dei suoi operai e a diminuire le loro ore lavorative. Il fordismo divenne sinonimo di produzione in serie e pose le basi per la nascita della società dei consumi.
La catena di montaggio ha cambiato il modello industriale, con dei riflessi sociali, politici e culturali. Presupponeva comunque manodopera, il che ha richiamato, almeno qui da noi, famiglie dalle campagne, favorendo anche la migrazione sud-nord. Nascevano i quartieri dormitorio, ma anche interi agglomerati urbani, se non addirittura piccole città. E’ il caso dell’Olivetti e dell’attigua Ivrea, patrimonio dell’Unesco, cresciuta con la fabbrica, per volere del suo imprenditore.
Queste premesse introducono quanto verrà dopo: la vita di Henry Ford, ma anche il film “Tempi moderni”, dove le gag richiamano appunto alla catena di montaggio. La parentesi fotografica è dedicata all’Olivetti, un vanto nell’imprenditoria italiana, raccontata da Gianni Berengo Gardin.