E’ L’ARMISTIZIO
8 settembre 1943. Intorno alle 19.40 il maresciallo Pietro Badoglio, capo del governo italiano, lesse il proclama con cui il Regno d’Italia annunciava la resa. Il messaggio era stato registrato pochi minuti prima e trasmesso dalla Radio di Stato Italiana. E’ l’armistizio: l'Italia depone le armi nei confronti degli alleati. Il documento era stato firmato a Cassibile (una frazione di Siracusa) cinque giorni prima. La nazione si divide in due, forse in tre: questi, quelli, gli altri. Il disordine regna ovunque, tra civili ed esercito. Molti soldati credono di intuire come la guerra sia finita. “Tutti a casa” è il grido di parecchi.
“Tutti a casa!”, sì: ma quale? Non quella delle mura con le stanze e neanche l’altra, dei parenti e amici; l’esclamazione parlava unicamente del ritorno ai paesaggi consueti, alle abitudini, alla pace.
Lo scorso anno, come appassionati di fotografia, ci lasciammo contaminare dal cinema, ricordando un film di Luigi Comencini: “Tutti a casa” (1960), con Alberto Sordi e Serge Reggiani. Oggi proponiamo un’altra pellicola, che si riferisce alla primavera dell’anno successivo (1944), con ancora in essere le contraddizioni nate dopo l’armistizio. Il regista del lavoro è Luciano Salce, che dipana la trama in chiave ironica, da commedia all’italiana. Il cast comprende Ugo Tognazzi, Georges Wilson e una giovanissima Stefania Sandrelli.