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IL RE DEI 400 A OSTACOLI

Lo sport spesso celebra delle leggende, atleti i quali hanno scritto pagine irripetibili, che mai potranno essere cancellate, nonostante l’evolversi delle discipline. E’ il caso di Edwin Moses. Lui, per quasi un decennio, ha corso senza mai perdere. La sua disciplina, poi, era ed è particolare, con un solo giro di pista da percorrere, affrontando dieci ostacoli. Gli americani chiamano la distanza “piana” il “giro della morte”, perché gli atleti sono sempre al massimo, in uno sprint continuo. Edwin usciva sempre dall’ultima curva con un certo vantaggio, poi allungava: quasi danzando. Del resto, tra un ostacolo e un altro, compiva un passo in meno. Grande classe.

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IL TRAM IN EUROPA

Il 30 agosto 1860 s’inaugura la prima linea tranviaria d'Europa: era lunga due chilometri e mezzo; ogni carrozza poteva portare fino a 48 passeggeri ed era trainata da due cavalli. L’esordio lo si deve all’uomo d’affari americano George Francis Train, che esportò quel servizio pubblico dagli Stati Uniti. In Italia, nel 1878 inizia le sue corse il primo tram a vapore di Milano. E’ “El Gamba de Legn” e resterà in funzione sulla linea Milano Magenta per 80 anni, fino al 1957.

Il tram diventa, col tempo, una presenza metropolitana, la cui fissità (su rotaia) lo rende maggiormente inserito. Il suo ruolo sociale unisce le persone che frequentano la stessa tratta, come nel film “Avanti c’è posto” (1942), con Aldo Fabrizi. In città, cambiano le mode, i comportamenti, facciate e monumenti; ma quelle due rotaie fungono da ponte tra ieri e domani, restituendo continuità alla storia.

C’è poi una poesia di fondo al solo vederlo passare, il tram: non ha il clacson, ma suona un campanello; e poi non intrude, limitandosi ad avvolgere incroci e piazze. Sferraglia, e quando passa tutto trema. Scintilla sul filo, specie d’inverno; e manovra gli scambi con uno scatto. Legge semafori diversi, incomprensibili ai più; però sul più bello abbandona la strada, con le rotaie che entrano nell’erba, al centro del viale.

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FOTOGRAFIA DA LEGGERE …

Questa volta, nella rubrica del lunedì, incontriamo un romanzo: “Ritratto in Seppia”, di Isabel Allende; Editore Feltrinelli. Gli ingredienti del lavoro sono tanti: una famiglia, complicata e complessa, la morte, la guerra, un’infanzia dimenticata, gli incubi, i nonni, la passione per la fotografia della protagonista. In un disordine entropico, tutto raggiunge le sue simmetrie logiche; con l’arte dello scatto quale fattore coadiuvante.

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HARLEY & DAVIDSON, UNA MOTOCICLETTA ICONICA

L’abbiamo riconosciuta più volte: in molti film americani, in qualche poster di persone celebri o cavalcata da qualche divo nei rotocalchi di gossip. Non solo, la vediamo spesso sulle strade di oggi, spesso in gruppo con altre. Stiamo parlando della Harley & Davidson, la motocicletta. Non siamo intenditori, ma il suo rumore è inconfondibile. Di certo non si tratta di una due ruote da prestazione e con essa non si possono mettere “le orecchie per terra”. Diciamo che cavalcando una Harley si vive un’idea, il miraggio di un modo di esistere, il sogno di una strada da percorrere senza meta col solo intento di viaggiare, senza andare troppo forte.

Il richiamo con Easy Rider è evidente (ne parleremo), ma molti personaggi sono stati contagiati dal fascino della due ruote di Milwaukee. Uno di questi è l’attore Brad Pitt, collezionista e fotografo. Proponiamo un’immagine che lo ritrae mentre cavalca la famosa motocicletta: in essa traspare tutta la forza della bicilindrica americana e il senso che intende trasmettere.

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