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[LIBERA E CONTESTATRICE, CON STILE]

Il 14 aprile 1912 nasceva Robert Doisneau, ma lo abbiamo ricordato più volte: negli anni e in varie occasioni. Non senza qualche rimpianto, dirottiamo le nostre attenzioni su un’attrice che potrebbe essere considerata la prima influencer della storia. Il Time scrisse: «Quel che indossa Julie Christie influenza il mondo della moda più di quanto lo facciano i vestiti delle dieci donne meglio vestite al mondo». Erano gli anni in cui lei fu una delle principali rappresentanti della cosiddetta swinging London. Bella, forte e brava, aveva la contestazione dentro, ed era anche un’attivista. Lo stile però non lo perdeva mai: quello che le ha permesso di essere Lara nel Dottor Zivago, con tutta la signorilità necessaria.

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[UNA GITA FUORI PORTA]

Per una volta non faremo riferimento ai fatti del giorno, e forse accadrà ancora. Le imminenti vacanze pasquali ci invitano a riflettere su un’ipotetica gita fuori porta, un piccolo viaggio per ritrovare il proprio tempo e conoscere luoghi diversi, magari legati alla fotografia. No, non vogliamo sostituirci agli operatori turistici, ma offrire un piccolo suggerimento per allargare l’orizzonte oltre il consueto, magari respirando un’atmosfera antica e ben conservata. Non è solo la fotogenia ciò che ci interessa (l’Italia è bella in ogni dove), bensì quel legame stretto con l’arte dello scatto, nato per caso (forse) e replicato per anni. Questa volta ci recheremo a Scanno, borgo montano dell’Abruzzo: là si sono recati tanti fotografi, lasciando un segno nel tempo e nella cultura.

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[DA CUBA CON ORGOGLIO]

Andy i capelli li porta tirati indietro, l’aspetto è piacente. Nelle trame dei film deve spesso far fronte ai pregiudizi, perché sì: lui sembra un immigrato ravveduto, gangster o poliziotto che sia. Lo ricordiamo in “Gli Intoccabili”, con Kevin Costner e Sean Connery. Lì impersonava l’italiano ai tempi del proibizionismo, un poliziotto orgoglioso delle sue origini. Andy Garcia comunque si muove bene nelle varie parti, anche al di fuori della lotta tra bene e male. A vincere sono state le sue scelte e anche il garbo antico della sua provenienza. L’orgoglio cubano l’ha sempre conservato, tenendo a distanza fama, denaro, vita facile.

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[BOB DYLAN DEBUTTA A NEW YORK]

È l’11 aprile del 1961. Al Gerde’s Folk City, locale del Greenwich Village di New York, è di scena il bluesman John Lee Hooker. Poco prima dell’esibizione, Mike Porco, il proprietario del locale, manda sul palco un ragazzino giovanissimo (compirà vent’anni il 24 maggio), di nome Robert Allen Zimmerman. Lui racconta di essere arrivato in città viaggiando clandestinamente su un treno merci. Di lì a un anno inciderà il primo disco per la Columbia con lo pseudonimo di Bob Dylan.

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