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[CI LASCIA KAROL WOJTYLA]

Quello di Karol Wojtyla è stato un lungo pontificato, coinciso con un periodo storico ricco di cambiamenti, che il Pontefice ha vissuto in prima persona. Molte sono le fotografie che lo hanno ritratto, alcune diventate iconiche, come quelle firmate da Gianni Giansanti. Oggi proponiamo due autori: un concittadino di Karol (Adam Bujak, che lo ha accompagnato per tutta la vita) e Massimo Sestini, interprete di uno scatto estremo (azimutale), in occasione dei funerali del Papa.

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[SIMONA VENTURA, BELLEZZA, VIVACITA’, SIMPATIA]

Simona Ventura ha occupato un lungo periodo storico della televisione: dalla fine degli anni ’80 fino ad oggi. Si è cimentata in vari format: sport, reality, musica, intrattenimento; mostrando le sue grazie, certo, ma anteponendo simpatia a vivacità. Ha sempre parlato col sorriso, Simona, rendendo uniche e irripetibili alcune trasmissioni (“Mai dire Goal”, tra queste). Lei poi era (ed è) una conduttrice pura, e rinuncia a surrogarsi in balletti o pause canore eccessive. Rideva e faceva ridere, aggiungendo un po’ d’ironia anche nello sport, spesso ingessato dagli esperti di turno. Ci ha anche privato delle stucchevoli gaffe recitate o degli aforismi di saggezza scontata (brava). Sentiva la necessità di sostenere il contenitore che le apparteneva, e i risultati si sono visti.

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[ISABELLA, LA SEDUZIONE SENZA ETA’]

La ricordiamo nei film vacanzieri “Sapore di Mare 1 e 2”. Lì Isabella Ferrari impersonava la ragazza da incontrare in spiaggia o nelle balere delle ferie che furono. La ritroviamo poi nella “Lingua del Santo”, dove l’attrice s’impegna in un piano sequenza lunghissimo, camminando di fianco al pretendente incapace di manifestarsi. In entrambe le pellicole emerge la sua vena seduttiva: spontanea, naturale, priva di forzature o luoghi comuni. Isabella è seducente forse senza volerlo essere, e per questo l’anagrafica non la punisce, pur non essendo più la ragazza da incontrarsi in Versilia.

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[NASCE ERIC “SLOWHAND” CLAPTON]

Lo andiamo a cercare spesso, sui canali video: lui e la sua Stratocaster. Eric Clapton è la chitarra: un emblema per molti, un esempio per altri. E’ bello anche ascoltarlo, a volte nel disco che lo vede suonare con B.B. King e la sua Lucille (altra chitarra) o anche in Unplugged, dove emerge l’anima del blues bianco. E’ passato attraverso diverse fasi, Slowhand: dal rock dei Cream al R&B più tradizionale; ma è lo stile a differenziarlo, il suono, forse lo stesso modo di esprimersi e di cantare. Il suo diteggio sulle corde è da invidia, soprattutto quando affronta il palco da solo, con un occhio di bue su di lui. Il resto della musica entrerà dopo, quando il rif di intro ha già acceso l’emozione.

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