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[ANSEL ADAMS: LA NATURA, LA MUSICA, L’IMPEGNO]

E’ giusto conoscere Ansel Adams a fondo, anche e soprattutto saltando l’aspetto eminentemente tecnico. La fotografia parla di chi la scatta (o la prende?), quasi come in un auto ritratto. E’ quindi la vita a parlare di un autore, tra esperienze e incontri; ma è importante ricercare le attitudini, quelle che partono da lontano. Scopriremo così come Ansel si sia distinto per il suo rigore, per l’impegno, per l’amore dedicato ai suoi soggetti. Rimane un esempio da imitare: in fotografia e non solo.

Circa le fotografie, questa volta abbiamo voluto premiare il volto dell’autore e non le sue fotografie. In fondo, è giusto così: i grandi maestri vanno anche guardati negli occhi.

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[RICORDANDO ANDRÉ GIDE]

Il 19 febbraio 1951 muore André Gide, a Parigi. Protagonista assoluto della letteratura francese tra le due guerre, farà sentire la sua influenza nelle produzioni letterarie di molti altri scrittori che lo seguiranno, tra cui Albert Camus e Jean-Paul Sartre. Quattro anni prima della morte è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura (1947). Eccone la motivazione: “Per la sua opera artisticamente significativa, nella quale i problemi e le condizioni umane sono stati presentati con un coraggioso amore per la verità e una appassionata penetrazione psicologica”. Soleva dire: “Bisogna lasciare la ragione agli altri perché questo li consola del non avere altro”.

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[NASCE IL “DRAKE”]

“Il colore distingue”. “Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un automobile: sicuramente la farà rossa”. “ Sono i sogni a far vivere l’uomo”. “Il destino è in buona parte nelle nostre mani, sempre che sappiamo chiaramente ciò che vogliamo e siamo decisi a ottenerlo.” Sono parole di Enzo Ferrari, un uomo capace di realizzare un sogno che sembrava irraggiungibile. Un sogno che si è concretizzato per merito di uomini dominati dalla passione, una passione infinita che ha tolto il tempo e il gusto per ogni altra cosa che non sia stata una macchina da corsa. “Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere”, così diceva Enzo Ferrari, il “Drake”.

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[MICHAEL “AIR” JORDAN]

Volava, Jordan, sospinto dal suo vento. Esitava, lassù, quando gli altri iniziavano a scendere, salvo poi decidere di “stracciare” la retina con uno schiaccione d’antologia. La sua carriera è costellata di canestri decisivi, segnati al momento giusto, quanto cioè conta per inchiodare la bara degli avversari. Jordan è un esempio di sport e di vita, sintesi pura della pallacanestro; il compagno che tutti avrebbero voluto di fianco, perché lui leggeva il momento e sapeva quando decidere sul da farsi.

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