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[KATE MOSS, ICONA SENZA TEMPO]

Kate Moss è un'icona della moda e della cultura pop. Il suo successo ha retto anche dopo vicende di droga e alcool. Lei piaceva, sempre: perché? Per la sua diversità. I tempi stavano cambiando e Kate ha rappresentato il nuovo nello stile e nel comportamento. Non vogliamo dilungarci su argomenti distanti da noi, ma Kate ci offre l’opportunità di incontrare due fotografi celebri nella moda e nel ritratto.

Buona Domenica

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[SAM SHAW E LA GONNA AL VENTO]

Sam Shaw è nato a New York il 15 gennaio 1912. All'inizio degli anni '50, Shaw iniziò a lavorare nell'industria cinematografica, come fotografo di scena. Ha ritratto innumerevoli stelle del cinema, tra cui Woody Allen, Humphrey Bogart, Marilyn Monroe, Marlon Brando, Alfred Hitchcock, John Wayne, Fred Astaire, Elizabeth Taylor, Ingrid Bergman, Sophia Loren, Charlie Chaplin, Audrey Hepburn, Frank Sinatra e molti di più. Le sue fotografie sono apparse spesso sulle copertine delle riviste LIFE e Look, nonché su Paris Match, L'Europeo, The Daily Mail, Der Stern, Harper's Bazaar, Connaissance des Arts e altri. Shaw preferiva fotografare i suoi soggetti senza allestimenti, trucco o decorazioni, incoraggiandoli a essere spontanei e improvvisare: uno stile che distingueva il lavoro di Shaw.

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[FAYE, ICONA DEGLI ANNI ‘70]

Era la preferita da molti registi, tra questi: Arthur Penn (fratello del fotografo Irving Penn) e Sidney Lumet. Anche in Italia era molto ricercata, avendo recitato per De Sica e Lina Wertmuller. Stiamo parlando di Faye Dunaway, bellezza anni ’70, volitiva e decisa, capace di piacere senza far emergere il lato sexy, come accadeva alle sue colleghe del decennio precedente. Curiosamente, ha recitato in due ruoli da fotografa, in “Gli occhi di Laura Mars” e nei “Tre giorni del Condor”.

Richard Avedon, Irving Penn, Arthur Penn, 14 gennaio 1941, Faye Dunaway

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[LA NEVICATA DEL SECOLO]

Era il 13 gennaio 1985: iniziava a nevicare. Per Milano si trattava di uno spettacolo consueto, atteso quasi. La vita continuava, ma i fiocchi scendevano imperterriti. All’improvviso qualcosa parve incepparsi, non del tutto. La coltre nevosa cresceva oltre le aspettative, più delle possibilità. Fu una sterzata improvvisa, per tutti. Nacquero nuove solidarietà, relazioni differenti, forse anche incontri difficili da immaginare. Si viveva in un’atra era: senza gomme termiche, senza internet, con un riscaldamento globale ancora da definire. La città da bere era “nel ghiaccio” e l’evento parve quasi mondano. Un politico, anni dopo, avrebbe detto: “Neve per tutti”. Stiamo scherzando, ovviamente.

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