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[WHOOPI GOLDBERG, SENTIMENTALE CON PRATICITÀ]

Whoopi Goldberg ci ha fatto ridere e commuovere, nel ruolo di una veggente (in Ghost) e nei panni di una suora canterina (Sister act). In entrambe le pellicole, l’attrice ha mostrato la saggezza di chi conosce le cose della vita, perché l’ha rincorsa sin dalla giovane età. C’è quindi una recitazione parallela; tra quelle di Whoopi: quasi un eco alle emozioni e ai sentimenti, fondato sulla praticità, sull’elemento conclusivo, sull’analisi del momento. I finali, poi, sono i medesimi, almeno nei film che abbiamo esaminato: una morale saggia, che da ragione a quanto visto prima, che lei aveva previsto.

Annie Leibovitz, Whoopi Goldberg, 13 novembre 1955

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[NEIL YOUNG, E QUEL VIZIO CHE NON VUOI SMETTERE]

“Certe notti la radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei”. “Certe notti somigliano a un vizio, che tu non vuoi smettere, smettere mai”. Così canta Ligabue nella sua “Certe notti” (1995), e parla di un musicista riconoscibile, come una voce profetica; ma anche di un vizio, quello che Neil ha vissuto per anni, senza mai interromperlo. "Rock'n'roll can never die": così cantava Neil Young nel 1979; e quel brano quasi rappresentava una battaglia: quella contro l'alcool e le droghe, contro le ombre degli amici scomparsi, contro i dolori d'una vita. Gli anni ’70 erano anche questo e Neil Young ne è stato un testimone.

Neil Young, 12 novembre 1945

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[DEMI MOORE: DOLCE, INQUIETANTE, SEDUCENTE]

Demi Moore è stata un’attrice sorprendente, perché si è presentata sempre diversa nelle varie interpretazioni cinematografiche, in maniera camaleontica. Tra "Ghost" e "Codice d'onore" la distanza recitativa è tanta, ma rimane una qualità di fondo, in entrambe le pellicole Demi è seducente, di fatto o nell’idea che offre di sé; questo anche quando, nei primi piani, sembra mostrare l’aspetto di una prima della classe. Talento? Forse. Qualità innate? Probabilmente. Resta il fatto che la Bella Demi, in gioventù, ha dovuto modificarsi più volte solo per sopravvivere, con sacrificio. Forse è stato il suo impegno a portarla lontano, anche quando l’alcool sembrava averla assorbita del tutto. L’ostinazione paga quanto la bellezza, forse di più.

Annie Leibovitz, Demi Moore , 11 novembre 1962

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[KALASHNIKOV, UN FUCILE, UNA VODKA]

E’ una ricorrenza un po’ particolare, quella che celebriamo oggi; forse spaventosa. Kalashnikov è diventato, causa anche i media, un brand riconosciuto delle armi da fuoco, quasi una griffe. Nelle fotografie di reportage, lo vediamo indossato con orgoglio, perché simbolicamente di moda. Non vogliamo entrare nelle qualità dell’arma, perché non ci piacciono le finalità per le quali viene costruita. Resta la storia di un personaggio divenuto famoso e che un giorno ha detto: “Era meglio se avessi progettato un tagliaerba”.

Kalashnikov, Mikhail Timofeyevich Kalashnikov, 10 novembre 1919, Maki Galimberti

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