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[5 NOVEMBRE 1955, SI VIAGGIA NEL TEMPO]

5 novembre 1955. La data viene impostata sul cruscotto di una DeLorean. Doc (Christopher Lloyd) spiega perché a Marty (Michael J. Fox). «Ecco una data importante nella storia della scienza: 5 novembre 1955. […] Fu il giorno in cui inventai il viaggio nel tempo. Me lo ricordo benissimo: stavo in piedi sul water attaccando un orologio, la porcellana era bagnata, sono scivolato e ho battuto la testa sul lavandino. Quando ho ripreso i sensi, ho avuto una rivelazione… una visione… un’immagine scolpita nella mente… un’immagine di questo. Questo rende possibile viaggiare nel tempo: il flusso canalizzatore! […] Mi ci sono voluti quasi trent’anni e tutto il mio patrimonio per realizzare la visione di quel giorno… Mio Dio, quanto tempo è passato!»

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5 novembre 1955, DeLorean, Christopher Lloyd, Michael J. Fox

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[ROBERT MAPPLETHORPE, L’ANGELO CONTROVERSO]

“Un bambino vecchissimo, […] che dormiva ammantato di luce”, così lo definì Patti Smith nell’ultimo incontro che ebbe con lui: quasi una divinità che aveva terminato il suo compito, o un peccatore di fronte all’ultima pena. Ai nostri occhi, nelle immagini di Robert si contrappongono bene e male, peccato e innocenza, giusto e sbagliato: come in un dubbio difficile da sciogliere. Di certo i suoi lavori risultano impeccabili, perfetti, indiscutibili: veri, potremmo dire; il che ci impone qualche riflessione. Di certo Robert ha attinto dalla classicità, ma non l’ha usata a pretesto. Le contrapposizioni fanno parte della vita, e l’angelo che era in lui ha voluto suggerircelo. Mancava una metà, allo sguardo dell’uomo; così ha voluto consegnarcela, coniugando quel dubbio col quale convivere, senza mai arrivarne a capo.

Robert Mapplethorpe, 4 novembre 1946, Phillip Prioleau, Calla Lily

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[MONICA VITTI, UN’ETERNA SORPRESA]

Non dimenticheremo mai Monica Vitti e non lo farà nemmeno il cinema di casa nostra. Lei è sempre rimasta se stessa, autonoma nelle scelte, senza mai mettere in mostra gratuitamente la propria bellezza. Sì perché, diciamolo, era (ed è) esageratamente bella, cucita da un’estetica impenetrabile, lontana dai simbolismi dell’epoca. Non l’abbiamo mai vista svestita, in quegli anni ’70 durante i quali il cinema proponeva ammiccamenti a basso costo e trame fatte per mettere in mostra le grazie dell’attrice di turno. Lei no, abbagliava col viso incorniciato di biondo e destava il sorriso per via della voce roca. Faceva ridere e riflettere, Monica; in un’eterna sorpresa: quella che riviviamo ancora oggi al solo ricordo di lei. Compie novant’anni: auguri.

Monica Vitti, Peter Basch, 3 novembre 1931, Karen Radkai

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[NASCE LUCHINO VISCONTI, IL PRIMO NEOREALISTA]

Ci occupiamo di Luchino Visconti per il secondo anno consecutivo, con tutta l’umiltà possibile. Non potevamo fare diversamente o almeno ne sentivamo la necessità. E’ troppo complessa la personalità di Luchino e non bastano poche righe per descriverla, così affrontiamo la sua vita un anno dopo l’altro, tentando invano di carpirne il filo conduttore, come per un comune mortale. Immaginiamo il Luchino bambino mentre assiste alle opere dal palco della Scala, assieme alla mamma Carla; ma proviamo a intravederlo cattivo studente (liceo classico Berchet a Milano) e ragazzo che fugge da casa. Ovunque assorbiva cultura, nell’aristocrazia della famiglia e anche fuori, mentre gettava uno spirito rivoluzionario in tutto ciò che portava avanti. Era moderno, Luchino; e non è poco, visto i tempi che ha vissuto.

Luchino Visconti, 2 novembre 1906, Paul Ronald

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