LA VOCE DELL’AMORE
Sono trascorsi ormai 20 anni dalla sua prematura scomparsa, avvenuta a soli 58 anni in un ospedale di Los Angeles il 4 luglio del 2003, ma ancora oggi ci sentiamo di confermare come Barry White possa essere considerato un gigante della black music, assieme a Marvin Gaye, James Brown e Michael Jackson. Del resto lui ha cavalcato con energia la stagione d’oro delle discoteche, quando i baby-boomer andavano a ballare dimenticando pop e rock.
La sua voce era profonda, calda, corposa, baritonale, ma dopo i primi insuccessi finì per non amare la ribalta. Preferiva stare dietro le quinte, fare il talent scout. Poi arrivarono I’m Gonna Love You Just a Little More, Baby e la vita musicale di Barry White cambiò direzione. Lui divenne la voce dell’amore.
Una precisazione doverosa: il suo brano più famoso, la suite strumentale Love's Theme, composta per la Love Unlimited Orchestra (fondata da White), ha aperto la strada alla disco music. E’ un merito che gli va riconosciuto.
Ascoltiamo spesso i brani di Barry White. Ci piacciono perché orchestrali, analogici, suonati. Gli archi sono ridondanti, precisi; mentre la batteria (e il suo rullante) segna il tempo al sogno che divine. Già, la musica di Barry White apre all’immaginazione per il respiro col quale è stata creata: un altro merito.